
di Alceo Lucidi
MONTEPRANDONE – Le tre serate della seconda parte del “Piceno d’autore”, “Universo editoriale” – svoltesi in una location d’eccezione, la Villa Nicolai, di Centobuchi di Monteprandone, hanno suscitato il più vivo interesse tra gli intervenuti (addetti ai lavoro e non). Nella prima serata, apertasi domenica 16, è intervenuta Maria Grazia Mazzitelli, la direttrice di una storica casa editrice italiana, la Salani, nota ai più per la diffusione dei libri su Harry Potter (con la sua scrittrice J.K. Rowling scoperta quando era ancora semisconosciuta al grande pubblico). La Mazzittelli ha parlato del difficile mestiere dell’editore, dell’impegno costante ed assorbente richiesto a chi si occupa di libri, per vagliarli, capirne l’adattabilità al mercato, curarne il lungo processo di gestazione che porta all’edizione (dalla lettura, alla scelta, all’impaginazione ed inquadramento tipografico, alla distribuzione e promozione).
Si è intrattenuta sulla storia della Salani, nata nel 1862 per volontà del suo fondatore Adriano Salani, tipografo fiorentino, parlando degli esordi, con i romanzi di genere (rosa), l’espansione nel campo della letteratura per l’infanzia, l’irrompere della terribile crisi degli Settanta con la vendita di alcuni magazzini di proprietà per via di un investimento sbagliato, della ripresa e della riconquista di quote di mercato grazie all’ingresso come proprietario di Mario Spagnol, che ebbe la fertile intuizione dei libri tascabili per bambini (una novità assoluta). Oggi la Salani è un importante realtà editoriale assieme ad altri prestigiosi marchi (Corbaccio, Longanesi, Nord, Ponte alle Grazie) saldamente in mano al gruppo Mauri- Spagnol.
Si è avuto poi l’intervento di uno degli scrittori di punta dell’editrice di Firenze, Bruno Tognolini, con i suoi racconti, fiabe, filastrocche di successo. L’autore, un personaggio arguto e brillante, di origini sarde, ha dialogato con i ragazzi di alcune scuole di San Benedettodel Tronto sulla riedizione del suo fortunato volume Rime di rabbia, che pone alla base il rapporto tra l’uomo e gli animali. Una relazione – secondo Tognolini – ancestrale, istintiva, insita nell’ordine cosmico. A fine serata si è avuta la premiazione da parte dell’Associazione “I Luoghi della Scrittura” nelle persone del suo presidente (Mimmo Minuto), vicepresidente (Filippo Massacci) e segretario (Silvio Venieri) con la consegna del riconoscimento alla migliore casa editrice italiana nelle mani della signora Mazzitelli.
Lunedì 17 luglio, invece, è stata ospite del Festival la giovane di belle speranze della letteratura italiana, Elisa Luvarà. Considerata una promessa, il suo volume di esordio, Un albero al contrario, è uscito con Rizzoli, dietro l’incoraggiamento dell’editor Michele Rossi (il primo, tra l’altro, ad avere ricevuto il riconoscimento di Piceno d’Autore nel 2008). La Luvarà parla, in chiave autobiografica, e attraverso il personaggio di Ginevra, della propria esperienza in una casa famiglia e come ragazza in affido. Nella rielaborazione, lenta e faticosa, del suo disagio matura il bisogno di scrivere, registrando le proprie emozioni, quasi come una tensione terapeutica e un’incondizionata, indifesa apertura alla comunicazione con gli altri. Nel romanzo – come indicano la prof.ssa Sonia Loffreda e la prof.ssa Adelia Micozzi, coordinatrici della serata – le parole d’ordine sono candore e semplicità riversate prontamente nella scrittura.
Il mondo, seppur duro, di un’infanzia difficile visto con gli occhi divertiti, stupiti, dolci dell’adolescente che per ritrovare la relazione con i genitori naturali – per Elisa è stato così – deve prima trovare (o ritrovare se stesso), costruendosi una precisa identità, lasciando “decantare” – questo il termine tecnico usato dai terapeuti – il trauma del distacco in modo da superarlo. Alla fine Elisa Luvarà, dopo la premiazione come giovane promessa della letteratura italiana, si è concessa al pubblico autografando i libri, letteralmente andati a ruba. Lo ha fatto con il sorriso sempre sulle labbra e con lo slancio immacolato dei suoi ventinove anni.
Dulcis in fundo la serata di ieri, 18 luglio. Ad essere premiata l’editor Alida Daniele della Giunti, il secondo gruppo editoriale del Paese dopo il colosso RCS. Nata nel 1841 per iniziativa della famiglia Paggi, partecipò attivamente alle vicende risorgimentali e si specializzò sin da subito in libri scolastici e per l’infanzia (annoverò tra le sue fila Collodi, alias Carlo Lorenzini, che nel 1883 pubblicò proprio con la Giunti Le avventure di Pinocchio). Ceduta a Roberto Bemporad negli anni del Fascismo, la Giunti dovette fare fronte a grandi difficoltà per le restrizioni poste dal regime sui libri destinati alle scuole.
Cambiò in seguito ragione sociale (si chiamò Marzocco, dallo stemma della città fiorentina). Renato Giunti subentrò nel Dopoguerra, divenendone proprietario ed allargandone le attività alla manualistica, l’arte, l’architettura, la saggistica. Collaborarono – ricorda ancora la Daniele – nel tempo Gioberti, Tommaseo, D’Annunzio, Carducci. Oggi a quelle prestigiose collaborazioni si aggiunge il gruppo degli storici autori della Bompiani, acquisita lo scorso anno dal gruppo Giunti: Moravia, Steinbeck, fino alle più recenti scoperte. Tra gli ultimi arrivi anche Silvia Ballestra, sambenedettese di nascita ma presto trapianta a Milano dove vive e lavora. Soprattutto grande traduttrice dal francese – sua lingua eletta – e dall’inglese (memorabile un suo riadattamento della Manon Lescaut per la collana “Scrittori tradotti da scrittori”, ormai chiusa ahimé, della Einaudi).
Vicini alla terra. Storie di animali e di uomini che non li dimenticano quando tutto trema è lo scritto consacrato alle terre del cratere del terremoto, le sue terre, amate e piante. Il progetto di scrittura nasce subito dopo le terribili scosse dell’ottobre scorso e grazie alla frequentazione dei volontari – circa un migliaio – della Lega degli Animali che si è presa cura degli amici a quattro zampe durante i giorni successivi al disastro (si parla non solo delle bestie domestiche ma di quelle da allevamento nelle stalle distrutte e non ancora riscostruite).
Il dramma degli uomini, le storie delle loro solitudini, abbandoni, sconforti sono diventate di rimando le stesse degli animali a loro vicini in un intreccio di legami emotivi, affettivi, psicologici che il sisma non è riuscito a spezzare. Emblematiche le parole della scrittrice a chiusura: «Sono storie piccole, ma danno conforto. Se c’è qualcuno che si occupa degli ultimi, mi dico, c’è speranza per tutti, per tutto».
A questo proposito le iniziative dell’associazione “I luoghi della scrittura” non vanno in ferie. Tutt’altro. Per i mesi di agosto e settembre – a detta di Cinzia Carboni altro socio-fondatore dell’ente culturale – la consueta edizione del Festival per bimbi “Piceno d’autore Junior” (da quest’anno “Favolà”) avrà luogo tra Amatrice ed Arquata per alleviare la fatica ed il disagio che colpisce, anche se in forme più subdole e sottili, i più piccoli. Incentrato sulla lettura di una favola della letteratura di ogni tempo – in questo caso Pinocchio – il programma si compone di attività ludiche, letture, laboratori didattici.
Infine, due parole sull’infaticabile motore primo del “Piceno d’autore”, “l’uomo del futuro”, l’infaticabile propiziatore di occasioni culturali: Mimmo Minuto. Libraio, esperto di editoria, giornalista, Mimmo ha guidato con immutata passione e consumata autorevolezza, rassegne letterarie, presentazioni di libri, incontri con autori e con intellettuali di sicuro riconoscimento nazionale ed internazionale. Da quel lontano 1981 quanti volti si sono succeduti! I primi – tanto per ricordare e dare un’idea – furono Luca Goldoni, Andrea Barbato, Umberto Eco. Oggi Mimmo Minuto lancia un nuovo “sassolino”, a mo’ di sfida, come è solito fare, guardando avanti e noi vorremmo sempre esserci per raccoglierlo.