
SAN BENEDETTO – Fulvio Silvestri confermato alla guida del Circolo tennis Montanari di Porto d’Ascoli. Si è tenuta l’assemblea dei soci, con il rinnovo del direttivo che ha visto riconfermare la guida del circolo all’attuale presidente, che rinnova il gruppo di lavoro con l’entrata di dirigenti pronti ad accettare nuove sfide che lo storico circolo sportivo affronterà a partire dalle prossime settimane.
Approvata all’unanimità dalla partecipata assemblea il team di lavoro proposto dal presidente Silvestri, composto da Giovanni Medori, già orgoglio del circolo in qualità di atleta, in qualità di nuovo Vice Presidente, dall’ormai storico Direttore Sportivo e responsabile della scuola tennis Massimiliano Paoletti, neo-istruttore federale che ha affiancato in campo la maestra Cristina Celani durante tutta la stagione estiva.
Inoltre, Maurizio Pavoni sarà il responsabile della struttura e del personale affiancato dal consigliere entrante Andrea Capretti.
Durante l’assemblea si sono proposti per dare man forte alle numerose attività del Montanari anche Tonino Pacchioli e Piero Verdecchia, che assumeranno rispettivamente il ruolo di responsabile delle attività ricreative e consigliere.
“E’ fondamentale cercare sempre nuovi stimoli e nuove energie all’interno della nostra storica comunità di Porto d’Ascoli – ha detto il presidente Fulvio Silvestri – e per farlo è bene partire dalle persone che con la loro passione innescano meccanismi di coesione e condivisione altrimenti impossibili da alimentare. Abbiamo obiettivi sempre più ambiziosi volti unicamente ad incrementare sempre di più il benessere dei soci, rendendo il tempo passato nella struttura un’esperienza di sport e confronto davvero coinvolgente.
Inoltre l’effetto Sinner e gli straordinari risultati dei ragazzi della scuola tennis ha innescato un effetto domino che abbiamo il dovere di gestire al meglio anche grazie all’aiuto che l’attuale amministrazione comunale ci ha sempre concesso permettendoci di superare anche i momenti più complicati degli scorsi anni”, è la conclusione.
Stefania Mezzina