Con La Fantasia si addolcisce il virus, una nuova fiaba dello scrittore Antonio De Signoribus

Bella come la luce del sole
di Antonio De Signoribus
“ I bambini non ricorderanno se la casa era lustra e pulita, ma se leggevi loro le favole” (Betty Hinman)

C’era una volta un giovane che fece una brutta cosa, fece cadere dalla finestra di casa, dell’acqua sopra la testa di una vecchietta. La vecchietta, per vendicarsi, si rivolse al  giovane in questo modo:”Se non troverai le montagne d’oro, non troverai mai una fidanzata come piace a te, ovvero bella come la luce del sole”.

Dispiaciuto il giovane andò subito dal padre a raccontargli l’accaduto. E  il padre gli disse:”Tu sei bello e ricco, di donne belle ne troverai chissà quante, quindi di che ti preoccupi?”. Il giovane, tuttavia, risoluto come non mai, convinse il padre a dargli una borsa piena di soldi, e si mise in cammino. Voleva trovare a tutti i costi le montagne d’oro per conoscere la donna bella come la luce del sole.

Cammina cammina,dopo tre giorni, vide sopra le montagne una luce così scintillante e brillante che decise di andarla a vedere da vicino, pensando di incontrare la ragazza bella come la luce del sole. Lungo il viottolo  che saliva su per la montagna, incontrò una vecchietta a cui il giovane domandò se avesse mai sentito parlare delle montagne d’oro e di una giovane bellissima che le abitava.

La vecchietta, che era la stessa dell’acqua, sapeva perfettamente che sulla montagna più alta c’era una donna meravigliosa dai capelli d’oro, e dagli occhi splendenti, ma rispose che non sapeva niente. Poi, lo invitò a sostare, per quella notte, in casa sua. Gli preparò, prima una bella cenetta, poi gli fece conoscere sua figlia. “ Te la vuoi sposare” gli disse la vecchietta “ è una bella ragazza, è brava e sa fare tutto”.

Il giovane però le disse che era in cerca di un’altra  ragazza per cui non poteva accettare la sua proposta. All’alba il giovane era già in piedi per raggiungere la montagna; la vecchietta gli preparò un caffè con una polvere che lo avrebbe fatto sicuramente addormentare. Infatti, non arrivò  in cima alla montagna, cadde per terra , come morto, e non vide la meravigliosa ragazza della montagna d’oro.

Quando apri gli occhi era ormai tramontato anche il sole. E dovette tornare indietro. Ad aspettarlo sulla porta di casa c’era la solita vecchietta, che gli disse di fermarsi anche per quella notte. Lui accettò l’invito, e la vecchietta gli chiese cosa avesse visto sulla montagna, e lui rispose che non aveva visto niente.

Allora la vecchietta: “Te l’ho detto , figlio mio, che non c’è niente da vedere. Vuoi, invece, mia figlia per sposa che non ti deluderà mai?”. “Ti ringrazio” rispose il giovane” ma come ti ho già detto cerco un’altra ragazza che forse vive da queste parti”. La mattina seguente il giovane si alzò molto presto per non incontrare la vecchietta, ma lei era già lì, seduta accanto al fuoco, e gli disse:” Torna pure al letto, ti sveglierò io , tra un po’, con un bel caffè caldo” . “No! Voglio andare ora” rispose il giovane.

“Aspetta almeno che ti prepari un caffè che ti farà bene”. Insomma, la vecchietta era talmente insistente che lui accettò e bevve, a sua insaputa,  il solito caffè con un sonnifero ancora più forte. Si mise così in cammino, ma dopo poco tempo, cadde per terra più morto che vivo. Quando si riebbe era già notte e dovette tornare indietro stanco e avvilito.

La terza notte che passò nella casa della vecchietta fu triste perché non era riuscito a raggiungere la vetta della montagna luminosa, ma decise di riprovare il giorno dopo, e di non bere più quel caffè strano che lo lasciava sempre senza forze.

La terza mattina ecco di nuovo la vecchietta con il solito caffè…questa volta, però, fu più abile perché una parte di quel caffè riuscì a buttarla  sul fuoco senza essere visto. Ripreso il cammino cadde, però, in un sonno  strano, a meno di un passo dalla vetta e dalla felicità. La ragazza era lì, lo vide, cercò di svegliarlo, ma non ci riuscì.

“Adesso se vuoi vedermi devi cercarmi nel castello della fata, altrimenti non ci incontreremo mai più” gli disse ugualmente la ragazza. Per fortuna un pastore, che era lì con il suo gregge, ed aveva visto tutta la scena, al risveglio del giovane, gli riportò quanto aveva sentito dalla meravigliosa ragazza.

Ringraziato il pastore, con una bella manciata di monete d’oro, si rimise in cammino alla volta del castello della fata. Cammina cammina da una montagna all’altra, senza pace, il giovane stava per perdere le forze e la speranza di incontrare la ragazza dei suoi sogni, quando sentì tre persone litigare: erano tre ladri che si stavano dividendo degli strani oggetti, tra cui una borsa, che più soldi prendevi più ce ne ritrovavi; un cappotto che chi lo indossava diventava invisibile, e  un paio di stivali che facevano correre più veloce di un proiettile.

Come videro il giovane gli dissero: “ Hai una faccia che convince, ci puoi dividere questa roba, perché noi litighiamo sempre e non sappiamo come fare?”. “Certo! Fatemi almeno provare queste strane cose, poi vi dico come dividervele”. Per prima provò la borsa dei soldi, e quella si riempiva di nuovo appena svuotata; poi, s’infilò gli stivali e in un attimo sali sulla montagna; infine, indossò il cappotto che rendeva invisibili…Poi,chiese ai ladri: “ Mi vedete?” “No! Non ti vediamo” risposero quelli. “E a allora non mi vedrete più” disse il ragazzo lasciandoli di stucco. “ Noi siamo ladri” disse uno di essi “ma quello è mille volte più ladro di noi”.

Così, ben fornito, ora il giovane era più tranquillo e fiducioso di arrivare alla meta. Si fermò in una casetta sotto una montagna, dove trovò una vecchia alla quale chiese notizie del palazzo della fata, dove c’era la ragazza che cercava da tempo. “Dove sei capitato figlio mio… Io sono la mamma dei venti e i miei figli, quando sentono l’odore delle persone, diventavo cattivi”.

Dopo un po’ si sentì soffiare lo scirocco… Appena entrò in casa: “ Ucci ucci sento odor di cristianucci “. “ Calmati, figliolo caro” rispose la vecchia madre “c’è solo un bravo giovane che cerca il castello della fata, dove vive  una bellissima ragazza di cui si è pazzamente innamorato” . Dopo pochi minuti arrivò un altro vento: “ Ucci Ucci sento odor di cristianucci”. Anche a questo vento la vecchia madre, per calmarlo,  disse subito che in casa c’era un bravo giovane  che cercava il castello della fata dove viveva una bellissima  ragazza di cui si era innamorato.

“ Lo conosco” disse il vento “ qualche tempo fa ho soffiato talmente forte sulle sue persiane che le ho distrutte e fatte cadere, così la fata ha dovuto chiamare un mio amico falegname, che non aveva lavoro, per aggiustarle e rimetterle al loro posto. Se vuoi ti ci porto”. “ Ti ringrazio di cuore” rispose il giovane. “ E allora muoviti e cerca di camminare veloce”.

Per quanto il vento corresse lui riusciva a stargli dietro perché  aveva gli stivali magici; anzi la cosa meravigliò non poco il vento che gli disse: “ Come fai ad andare così veloce, me lo dici?”. E lui spiegò, in un attimo, perché il desiderio di vedere la ragazza bella come il sole lo rendeva impaziente.

“Il castello è li, ma io non posso venire con te, altrimenti la fata mi ammazza per tutti i danni che ho procurato al suo castello”. Alla porta del castello le guardie non lasciavano entrare nessuno, allora il giovane indossò il cappotto e, diventato invisibile, entrò e si mise a girare in tutte le stanze del castello finché non trovò  la stanza dove dormiva la ragazza dei suoi sogni.

Nascosto dietro la porta della camera, sempre senza farsi vedere, attese che la ragazza si svegliasse e chiamasse la cameriera per la colazione, come tutte le mattine. Come venne lasciata la colazione sul tavolo il giovane veloce si bevve il caffè e lasciò la tazzina sporca e vuota.

La ragazza allora chiamò la cameriera e la rimproverò: “ Che fai? Questa mattina mi porti la tazzina sporca senza caffè?”. “ Ma signorina, io ce l’ho messo il caffè, non so cosa sia successo“. Tornò in cucina e ne preparò un altro, e lo portò alla signorina. Il giovane, però, ancora più veloce di prima se lo bevve subito.

Ancora più arrabbiata la ragazza gridò alla cameriera: “Ma che fai questa mattina i giochetti? Mi porti sempre la tazzina sporca e senza caffè?”. Servito il terzo caffè, questa volta il giovane si presentò alla ragazza… che lo inebriò di luce e di bellezza. Lui rimase senza dire una parola per lungo tempo. Poi, le disse: “È una vita che ti cerco, per montagne e per valli, finalmente ti ho trovata. Sei la donna più bella della terra e io non posso vivere senza di te. Mi vuoi sposare?”.

La ragazza lo abbracciò, poi gli disse:”Hai rischiato anche la vita per arrivare qui. Certo che ti voglio sposare”. E infatti, si sposarono subito e vissero sempre  felici e contenti per tutta la vita. Il giorno del matrimonio  si abbracciarono così intensamente che scommetto saranno ancora là abbracciati, a sussurrarsi le più belle parole d’amore.

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