Il Golem per la regia di Jacopo Gassmann al Teatro Concordia a San Benedetto del Tronto

SAN BENEDETTO – “Il Golem”, testo dello spagnolo Juan Mayorga messo in scena, sulla traduzione di Pino Tierno, dalla regia di Jacopo Gassmann e interpretato da Elena Bucci, Monica Piseddu e Woody Neri chiude torna in scena anche stasera, mercoledì 2 aprile, nell’ambito della stagione in abbonamento del Teatro Concordia di San Benedetto del Tronto proposta da Comune e AMAT e realizzata con il contributo della Regione Marche e del MiC e il sostegno di BiM Tronto.
<<Il Golem è un testo denso, enigmatico e stratificato, che Mayorga – dice Jacopo Gassmann – me lo ha spedito e rispedito più volte nel corso del tempo – meticolosamente riscritto, ripensato, riformulato.
Partendo dalla grande leggenda ebraica del Golem il testo racconta la storia di una donna che, per tentare di salvare suo marito da una malattia incurabile si affida a un’organizzazione segreta che promette di curare l’uomo, a patto che la donna impari tre nuove parole al giorno. Lentamente, come in una perturbante variazione sul tema della metamorfosi kafkiana, capiremo che la donna sta accogliendo (o forse ha da sempre soppresso) dentro di sé l’identità e la parola di un leader rivoluzionario del passato. La parola, appunto, intorno a cui tutto ruota, a partire dal mistero profondo di questo testo. La parola che al contempo può rigenerarci o segnare traumaticamente i nostri destini. La parola che può certamente liberarci ma anche trasformarci fino a non riconoscere più chi siamo. La parola che crea e distrugge. La sensazione è che nel Golem Juan Mayorga abbia condensato tutto il sentimento (e lo smarrimento) del nostro tempo, chiamando a raccolta molti dei suoi autori di riferimento: da Borges a Kafka, passando attraverso Primo Levi e Gershom Scholem fino ad arrivare alla filosofia del linguaggio di Walter Benjamin e alla sua teoria della traduzione, l’autore getta il suo scandaglio negli abissi di questa epoca oscura, raccontandoci di un mondo che sta lentamente collassando o sfarinando – verrebbe da dire – mentre, come diceva Flaiano, “qualcosa si va lacerando nel tessuto divino dell’umano”».
Lo spettacolo è una co-produzione Fondazione Teatro di Roma, Sardegna Teatro, Teatro Stabile dell’Umbria.
Stefania Mezzina

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